Ogni pomeriggio, verso le cinque, mi bevo una bella tazza di te.
Vi starete chiedendo che cosa sia, ed è questo il punto, perchè che cosa davvero sorseggio non è chiaro affatto! Una cosa però è certa. Accendo il fuoco, scaldo dell'acqua, poi la verso in un pentolone panciuto con un coperchio, un manico e un beccuccio, e ci aggiungo alcuni cucchiai di un qualcosa color marroncino...
Dopo alcuni minuti prendo il pentolone per il manico e dal beccuccio esce un liquido che và a finire nella tazza. Io ci aggiungo lo zucchero e il limone, ma c'è anche chi ci aggiunge del latte e chi proprio niente. Poi si beve.
Se per caso qualcuno mi chiede cosa sto bevendo rispondo: "Un te!" e in tal modo sembra che stia bevendo ogni volta la stessa cosa. Invece no! Bisogna fare altre domande, essere curiosi, andare più a fondo..come quando si immerge tutto il cucchiaino per sciogliere bene lo zucchero.. e allora si capisce.
Quello che bevo al lunedi', ad esempio, è un te con l'accento: un Té, voglio dire.
Il te con l'accento ha un sapore aspro e prepotente, ti sveglia e ti fa venir voglia di muoverti tutta, di correre per la strada, di pedalare sotto la pioggia, di salire a piedi su una collina, un passo dopo l'altro, lasciando lievi orme sull'erba. Fa dei rumori: si sentono fischi come di una vaporiera, urla secche a poppa e a babordo, colpi come di una carabina o di fuochi d'artificio. Quando lo bevi ti sembra di essere in treno e di stare per arrivare. La locomotiva corre più in fretta che può, gli scambi ti sbattono di qua e di là, una galleria, un ponte, un viadotto, coprono il sole per un momento e poi te lo ributtano in faccia ancora più forte. Un pò ti fa anche male, ma non ti dispiace perchè sai che cosa ti aspetta alla fine del viaggio. Sai che allora ci ritroveremo e si starà insieme, anche a girare quel cucchiaino.. e poi si andrà a spasso per il paese.
Il mercoledi', invece, prendo il te con l'acca, il THE, insomma. E il THE è tutta un'altra cosa.
Ha un profumo lontano, nel suo colore ocra si riflettono pensieri intricati, e quando lo avvicini alle labbra ti si appannano gli occhiali e non vedi più niente! Come se all'improvviso ti ritrovassi in una sauna, e tutt'intorno si sentono strani rumori, il brontolio di un tuono, chissà.
Quando bevi il te con l'acca ti viene una specie di torpore, il fumo che sale dalla tazza prende forme inquietanti e mentre le guardi non riesci a muoverti perchè le forme ti vogliono parlare e tu vuoi ascoltarle. Hai paura ma vuoi ascoltarle lo stesso. E forse loro, le forme inquietanti, non dicono nulla. Ma quando hai finito di bere è come se qualcuno ti avesse raccontato una lunga storia, e non sai che storia fosse, neppure importa. Ma sai che ti ha fatto star bene.
E poi, c'è il mio te, che è un te un pò speciale: è un te con la a, un TEA, dunque.
Il te con la a è diverso dal te con l'accento e dal te con l'acca, e già lo puoi capire da un dettaglio: si scrive tea ma devi pronunciarlo "tii". Però nessuno lo chiama cosi', perchè se lo chiami tii tutti ti chiedono: "Che cosa?" e allora per comodità conviene non chiamarlo affatto.
Nel tea ci intingi appena le labbra, e la tazza non puoi tenerla come ogni altra tazza, devi reggerla con l'indice ed il pollice soltanto, sollevando le altre tre dita e tenendole in bella mostra. Quando bevi il tea è come se un venticello caldo e asciutto ti scivolasse addosso e senti gli odori della campagna, dei girasoli a perdita d'occhio, delle corse attraverso i campi fino a quando ti finisce il fiato. E il rumore che fa è quello dei tuffi incoscienti nei covoni di grano, di schiamazzi di bambini che ridono, e quando ti rialzi hai i capelli tutti pieni di paglia.
Ha il sapore delle sere d'estate, quando guardi le stelle immerse nel blu profondo che quasi ti prendono i brividi, e ti viene voglia di calore e coccole, di avvolgerti in una morbida coperta e rannicchiarti abbracciata ad un cuscino, come quando ti svegli all'improvviso e dalla finestra filtra il chiarore della notte.
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